Data pubblicazione: Maggio 12, 2020
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I.C.Don Lorenzo Milani
Plessi Don Milani, Dante, Tacoli
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Don Milani NEWS
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N°3 – del 15 maggio 2020
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La parola alla Primaria
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Un filo conduttore oltre l’emergenza
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Editoriale
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Dott.ssa
Anna Maria Celso
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La parola alla Primaria
In questo ultimo numero viene data voce alla scuola Primaria, a tutti indistintamente e abbondantemente: gli alunni sono più di seicento.
Tanti pensieri, riflessioni, suggerimenti, ma soprattutto suggestioni ed emozioni più o meno espressi di questo strano e per fortuna -insolito periodo.
Ormai la scuola volge al termine con l’amarezza di una ripresa che non è avvenuta e ancora tante incognite sul futuro.
Tra qualche giorno saranno spenti e lasciati tablet e devices e ci saranno i saluti e gli auguri di una buona estate nella quale riposarsi con la speranza di un ritorno diverso tra i banchi di scuola e di incontri più autentici.
Tutti hanno lavorato al meglio: ognuno con le proprie risorse personali e professionali e con i diversi ruoli a loro attribuiti.
Un grazie ad ognuno di voi e un arrivederci a Settembre, con rinnovata fiducia e passione nella Scuola.
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I Nostri Piccoli
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Maestra Rosanna Pannia
Era il 21 di febbraio, quando ancora ignari di tutto ci salutammo, tra maschere di carnevale e chiacchiere ricoperte di cioccolato.
I bambini avevano portato anche del succo di frutta di tre gusti differenti per condividerlo con i compagni, ed io, anche in questa occasione, mi appellavo alla potenza della matematica per centellinare in egual misura le quantità del succo alla pesca in ventuno bicchieri di carta, perché quasi tutta la classe voleva bere solo quello…
Il clima di festa era sottolineato anche dai pagliaccetti di carnevale appesi su fili colorati che percorrevano la classe da un angolo all’altro. I bambini li avevano realizzati qualche giorno prima.
Al mercoledì successivo ognuno di loro avrebbe ricevuto il proprio, così da poterlo tenere, come ricordo del Carnevale del 2020…
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In passato, era consuetudine diffusa tra molte mamme conservare il materiale prodotto a scuola dai propri pargoletti, anche tra quelle delle maestre, perché sì, anche le maestre sono state bambine.
Fra scatoloni impolverati, in qualche soffitta, nelle case di maestre o genitori, si trovano ancora disegni realizzati all’asilo, quaderni ingialliti e lavoretti portati a casa per la festa della mamma o del papà… Molte mamme, hanno gelosamente custodito queste memorie di vita con profondo amore, e le hanno restituite al momento opportuno al proprio figlio\a.
Eh già la fanciullezza dovrebbe essere il periodo più bello, più colorato e divertente, più creativo e costruttivo, più spensierato e ricco d’affetto nella vita di tutti. Quando hai fatto esperienza del valore e della bellezza dell’esistenza, poi puoi facilmente trasmetterla agli altri e darne efficace testimonianza. E questo una madre, la migliore delle madri, lo sa bene. In questo brutto scherzo che ci ha giocato il carnevale del 2020, con le sue mostruose mascherine che hanno prepotentemente nascosto i sorrisi dei nostri cari, dei nostri amici, che ci ha tolto il calore di una stretta di mano o di un abbraccio, la scuola si è adoperata, ha fatto la sua parte ed ha reagito, e come una madre ha cercato i suoi figli, uno per uno, cercando di ripristinare quel legame che in realtà non si è mai interrotto.
Gli insegnanti hanno iniziato, lentamente, ma certi e determinati nel loro obiettivo di raggiungere e riprendersi tutti i loro alunni, senza lasciarsi indietro pecorelle smarrite. Hanno iniziato con i mezzi più semplici, un telefonino, Whatsapp, una mail…
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E poi la sfida è diventata più ardua con l’arrivo di Classroom, Meet accompagnata dall’ansia e dall’agitazione di insegnanti e genitori che temevano di non farcela… L’impresa non si è rivelata priva di ostacoli ma si sa non si può mollare, e non perché te lo prescrive il ministro, ma perché l’apprendimento è vita e la scuola è maestra e mamma.
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Don Lorenzo Milani diceva che “la scuola è l’unica differenza che c’è tra l’uomo e gli animali. Il maestro dà al ragazzo tutto quello che crede, ama, spera. Il ragazzo crescendo ci aggiunge qualche cosa e così l’umanità va avanti”.
I nostri bambini infatti non si fermeranno ma continueranno attivamente a crescere e ad edificarsi negli affetti e nell’apprendimento con il supporto congiunto della famiglia e della scuola. Torneranno in classe a staccare quei pagliaccetti di carnevale per portarli a casa e consegnarli alla mamma perché li conservi come il ricordo che testimonierà che ce l’abbiamo fatta! Perché il virus ha i minuti contanti e perché il mondo, là fuori, aspetta i suoi piccoli, per continuare a vederli crescere in età, grazia, spensieratezza, umanità e cultura!
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Piccoli lavori svolti in questo periodo di isolamento forzato
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Ed intanto i bambini di terza A della Dante reagiscono così…
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Alessandro Beggio
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Leonardo Lovisolo
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Anna Faggion
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Nicole
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Questa è la strada che vedo quando mi affaccio dal balcone di casa. E’ primavera, c’è il sole, gli alberi si sono coperti di foglie e di fiori. La strada è vuota, non vedo nessuno camminare, vedo solo auto parcheggiate ai lati del marciapiede. E’ tutto molto strano, triste, vuoto…la speranza che tutto passerà mi regala un sorriso.
Lorenzo Esposito
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Mattia Pasiddu
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Bianca Rapezzi
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Ciao maestra,
mi sono accorta che quando potevamo uscire non pensavo che c’erano tante cose da fare a casa, visto che adesso dobbiamo stare tutti nelle nostre case ho scoperto che invece ci sono tantissime cose da fare come stare con la nostra famiglia, fare esperimenti in cucina, giardinaggio e giochi da tavolo. Beh anche studiare ovviamente!
Ci sono così tante cose da fare che non riesco a farle tutte. Oggi mi sono dedicata soprattutto al giardinaggio come puoi vedere nella foto.
Adesso devo andare, ho ancora tante cose da fare.
A presto.
Marta Di Girolamo
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In questi momenti abbiamo tempo
per cucinare insieme dei piatti deliziosi.
Oggi abbiamo preparato gli gnocchi.
ERANO BUONISSIMI!!!!!!!!!!!!!
Matteo Pozzoli
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Una famiglia Covid19 +. La quarantena, quella vera che faccio io, è molto noiosa. Io risolvo tutto con Playstation, Nintendo Wii e libri sugli Animorphs. Papà e mamma invece vivono di Candeggina e Alcool, dopo però alla mamma manca il fiato perché è positiva al virus. Mia sorella gioca a Palla e mangia patatine e Nutella.
Achille Colombo
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Il mio terrazzo è diventato il mio nuovo parco giochi! E’ vuoto, come la nostra città…
Aurora Antonelli
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Un piccolo contributo dalla Tacoli…
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L’ ARCOBALENO
L’ arcobaleno è un’illusione fatta da acqua e sole.
Nella quarantena l’arcobaleno ci ha accompagnato con la scritta ANDRA’TUTTOBENE mentre eravamo sui balconi a cantare.
L’ arcobaleno non si sa mai quando apparirà.
L’ arcobaleno è un’ ondata di colori che emanano felicità.
L’ arcobaleno come ho detto prima è un’ illusione, ma quando appare ci scalda il cuore perché è un segno di pace.
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Eleonora Tarantino – 4B
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Ed intanto alla Don Milani alcuni alunni fanno sapere alle loro insegnanti cosa fanno in questo periodo…
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E se qualcuno si annoia e non sa proprio cosa fare…
ecco i suggerimenti della maestra Lucia Consonni
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“Giorni senza scuola”
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Dagli alunni della 5 della Dante…alcuni pensierini di questo periodo
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Non ti spaventare…insieme ce la faremo
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Maestra Erminia Tassone
In questo momento di paura collettiva, anche se distanti, ci sentiamo uniti come cittadini del mondo.
Le origini e le tradizioni sono diverse, ma fondamentalmente apparteniamo ad una GRANDE FAMIGLIA, col solo pensiero di essere ottimisti aumentando la nostra voglia di vivere.
Tutto questo sintetizzato in una sola fase ”NON TI SPAVENTARE INSIEME CE LA FAREMO”.
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L’Angolo dei Docenti
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row _builder_version=”3.0.92″][et_pb_column type=”1_2″ _builder_version=”3.0.92″ parallax=”off” parallax_method=”on”][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/04/stilo.jpg” _builder_version=”3.0.92″][/et_pb_image][/et_pb_column][et_pb_column type=”1_2″ _builder_version=”3.0.92″ parallax=”off” parallax_method=”on”][et_pb_text _builder_version=”3.0.92″ text_font=”Alegreya|700|||||||”]
Rubrica contenente pensieri e riflessioni dei docenti che, come gli studenti vivono, questo periodo a dir poco surreale come navi alla deriva, in balia della tempesta di eventi e notizie che si susseguono, di morti, di contagi e di decreti.
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row _builder_version=”3.0.92″ border_width_top=”2px”][et_pb_column type=”1_2″ _builder_version=”3.0.92″ parallax=”off” parallax_method=”on”][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A1.jpg” _builder_version=”3.0.92″ max_width=”52%” module_alignment=”center”][/et_pb_image][et_pb_text _builder_version=”3.0.92″ header_font=”||||||||” header_text_color=”#000000″ header_text_shadow_style=”preset2″ border_color_top=”#0c71c3″ border_style_top=”double” custom_margin=”|||” inline_fonts=”Alegreya”]
Facciamo un’indagine
Maestra Rosanna Pannia
Sono sempre stata dell’idea di incentivare i miei alunni a non fermarsi al semplice accoglimento di meri contenuti didattici ma di andare oltre, cercandone la concretezza nella realtà che si vive, per meglio comprenderla ed agire su di essa quando possibile. Questo ritengo sia determinante per il loro cammino di studenti, così ho proposto questa indagine, ed insieme alla maestra Elisabetta li abbiamo seguiti e sostenuti in questa attività. Una vera indagine statistica parte dal porsi una domanda e dallo scegliere il campione a cui somministrarla. Osservare i fatti che si verificano intorno a noi ci aiuta a comprendere meglio il funzionamento del mondo in cui viviamo. Le indagini vengono fatte quindi per individuare comportamenti, abitudini e modi di vivere delle persone per conoscerle meglio. Con una semplice argomentazione i bambini delle due terze della scuola “Dante” sono stati inizialmente invitati a riflettere su che cosa significhi fare un’indagine e in quante e quali fasi essa può essere suddivisa, per permettere loro di raccogliere e ordinare i dati, rappresentarli con un grafico, leggerli e interpretarli.
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Ai nostri alunni pertanto è stato chiesto di mettersi in gioco riportando in una tabella le attività regolarmente svolte nelle loro case in questo periodo. Successivamente, tutti i dati forniti dai bambini sono stati inseriti in un’unica tabella e riordinati in ordine crescente.
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POPOLAZIONE TOTALE 35
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I bambini hanno poi rappresentato i dati con un istogramma, cioè un grafico a colonne che permette di cogliere immediatamente le attività che vengono svolte dalla maggior parte delle famiglie coinvolte nell’indagine. Le possibili attività praticate durante la settimana sono state collocate in successione orizzontale, mentre i dati relativi alle preferenze espresse sono state sistemate in senso verticale. Una preferenza è rappresentata da due quadretti orizzontali.
[/et_pb_text][et_pb_text _builder_version=”3.0.92″][/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row _builder_version=”3.0.92″][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”3.0.92″ parallax=”off” parallax_method=”on”][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A3.jpg” _builder_version=”3.0.92″ max_width=”50%” module_alignment=”center”][/et_pb_image][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row _builder_version=”3.0.92″][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”3.0.92″ parallax=”off” parallax_method=”on”][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A4.jpg” _builder_version=”3.0.92″][/et_pb_image][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A4_1.jpg” _builder_version=”3.0.92″][/et_pb_image][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A5.jpg” _builder_version=”3.0.92″][/et_pb_image][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A5_1.jpg” _builder_version=”3.0.92″ max_width=”69%” module_alignment=”center”][/et_pb_image][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A5_2.jpg” _builder_version=”3.0.92″][/et_pb_image][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A5_3.jpg” _builder_version=”3.0.92″][/et_pb_image][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A5_4.jpg” _builder_version=”3.0.92″][/et_pb_image][et_pb_text _builder_version=”3.0.92″ inline_fonts=”Alegreya”]
Infine i bambini sono stati invitati ad interpretare il lavoro eseguito rispondendo per iscritto a delle domande guida e, successivamente, commentando quanto prodotto durante una videolezione su Meet.
Dalla nostra indagine è dunque emerso che l’attività più frequente nelle famiglie è quella di guardare un film insieme. Quasi tutti i bambini amano principalmente disegnare e dedicarsi alla lettura. Si cimentano facilmente anche nella preparazione di qualche manicaretto con i propri cari e non vogliono perdere il contatto con i familiari che non possono vedere fisicamente in questo periodo. Molti di loro si dilettano ad ascoltare musica, a creare qualche manufatto e a giocare con i fratelli. Più della metà gioca con la consolle o chiama gli amici al telefono. Qualcuno ogni tanto cerca un po’ di privacy e si rifugia in camera. Pochi di loro comunicano con altre persone utilizzando i social network. La minoranza degli intervistati porta il cane sotto casa per fare una passeggiata anche perché non tutti ne possiedono uno, come è emerso durante i commenti della videolezione in cui abbiamo interpretato i dati oggetto dell’indagine. Inoltre, i bambini che non possiedono un cane hanno espresso il desiderio di averne uno, i loro genitori no 😅.
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][et_pb_row _builder_version=”3.0.92″ border_width_top=”2px”][et_pb_column type=”1_2″ _builder_version=”3.0.92″ parallax=”off” parallax_method=”on”][et_pb_image src=”http://www.donmilanimonza.edu.it/website/wp-content/uploads/2020/05/A6.jpg” _builder_version=”3.0.92″ max_width=”61%” module_alignment=”center”][/et_pb_image][et_pb_text _builder_version=”3.0.92″ header_font=”||||||||” header_text_color=”#000000″ header_text_shadow_style=”preset2″ border_color_top=”#0c71c3″ border_style_top=”double” custom_margin=”|||” inline_fonts=”Alegreya”]
La forza della Natura in tempo di COVID
Maestra Elisabetta Savinelli
La chiusura inaspettata e improvvisa delle scuole, causata dall’emergenza Covid 19, ha determinato in tutta la popolazione scolastica un senso di smarrimento, di instabilità, di insicurezza generale, di vero e proprio disorientamento, anche rispetto alla naturale scansione del ciclo del tempo. In questo momento dove tutto è fermo, i nostri alunni sono costretti a trascorrere la giornata in modo sedentario, come “inscatolati” in spazi chiusi, privati di quella preziosa opportunità, quale il contatto con la Natura che, al contrario, è sinonimo di libertà e di ampi spazi; essa infatti non è statica, ma dinamica, in continua trasformazione.
[/et_pb_text][/et_pb_column][et_pb_column type=”1_2″ _builder_version=”3.0.92″ parallax=”off” parallax_method=”on”][et_pb_text _builder_version=”3.0.92″][/et_pb_text][et_pb_text _builder_version=”3.0.92″ header_font=”||||||||” header_text_color=”#000000″ header_text_shadow_style=”preset2″ border_color_top=”#0c71c3″ border_style_top=”double” border_width_bottom=”2px” custom_margin=”|||” inline_fonts=”Alegreya”]
Fuori dalle “quattro mura di casa” la Natura si muove, cambia abito, si trasforma, ma si ripresenta a noi sempre puntuale nelle sue ciclicità. A tutti è noto quanto speciale sia il legame tra ambiente naturale e sviluppo dell’apprendimento; le esperienze dirette, la ciclicità degli eventi naturali concorrono alla garanzia del senso di stabilità, certezza, continuità e quindi indubbiamente concorrono ad un adeguato equilibrio psco-fisico.
E’ in quest’ottica che, accanto ad attività didattiche sincrone e asincrone programmate dai docenti per i loro alunni, se ne inseriscono altre atte a promuovere negli allievi lo spirito costruttivo, espressivo, creativo, progettuale. Quale attività, migliore della semina, per incontrare a casa ciò che il coronavirus ha tolto ai nostri bambini e che la natura può mettere alla portata dei loro sensi? Il concetto della ciclicità del tempo che scorre, il ciclo della vita, la sperimentazione del senso di cura dell’essere vivente, del tempo dell’attesa, un primo approccio all’applicazione del metodo scientifico sperimentale. Queste sono le finalità che hanno guidato la progettazione di tale semplice ma importante esperienza. I bambini delle classi terze del plesso Dante, hanno così ritrovato alcune certezze e ristabilito il contatto con la Natura a loro negato.
Ecco i loro prodotti…. bravi bambini!!!!
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La storia del Colibrì
Maestra Barbara Dominici e Laura Urbano
La storia del colibrì è molto interessante, diremmo emblematica per questo periodo. Con la grande semplicità di linguaggio tipica delle favole racconta la storia del piccolo, coraggioso e indomito colibrì, che con il proprio esempio spinge tutti gli animali della foresta a collaborare per spegnere il grande incendio che minaccia la loro vita. Il piccolo colibrì non si lascia scoraggiare dalle critiche che evidenziano l’inadeguatezza dei suoi mezzi, né dalla paura del ridicolo, quando viene preso in giro per la sua pretesa di poter spegnere un incendio con le poche gocce d’acqua che il suo piccolo becco è in grado trasportare. Continua imperterrito a lasciar cadere sull’incendio che devasta la foresta, goccia dopo goccia, la poca acqua che il suo becco contiene. Vedendo il suo esempio però, piano piano, i cuccioli di tutte le specie animali si uniscono a lui e, ciascuno con i propri piccoli mezzi, getta acqua sul fuoco. Forse solo i giovani possono, con la purezza dei loro cuori, superare ostilità, rancori e divisioni in grado di separare per sempre gli adulti e unirsi per uno scopo comune. Gli adulti, vedendo la determinazione dei piccoli, si renderanno conto della grande lezione di coraggio e umiltà offerta dai loro cuccioli e, a loro volta, porteranno il proprio contributo fondamentale per sconfiggere il grande fuoco. Un contributo fatto di esperienza, conoscenza e saggezza, che permetterà agli animali di salvare la foresta dalla distruzione. Che dire di questa favola…è semplicemente bellissima. I nostri alunni delle terze A e B della scuola Dante hanno compreso il messaggio che contiene: in questo momento difficile bisogna fare come il piccolo colibrì. Non importa se si è piccoli, ognuno deve fare la propria parte e con il coraggio e il contributo di tutti è possibile spegnere anche un grande incendio.
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“Andrà tutto bene “ è la parola d’ordine che circola ormai da tempo e vuole soprattutto spingerci a non mollare, a non perdere la speranza e la fiducia nel futuro. Grazie anche ai nostri sacrifici di oggi potremo di nuovo, domani, vivere liberi e sicuri in un mondo che forse non è e non è mai stato il migliore dei mondi possibili ma, tuttavia, è il nostro mondo. Un mondo prezioso che contiene tutto quello che amiamo: i nostri affetti, i nostri amici, il nostro lavoro, la nostra voglia di prenderci cura di qualcuno o di qualcosa che per noi è importante. E così anche i nostri bambini, come tanti piccoli colibrì, hanno capito il senso della storia e ce l’hanno restituito rielaborato nei loro pensieri, nelle loro riflessioni, nei loro disegni pieni di poesia. Leggeteli e guardateli con attenzione. Nel loro piccolo, sono unici!
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Secondo me la morale della storia del colibrì è che dobbiamo stare sempre uniti e collaborare. Questo ci fa lavorare meglio e riuscire in cose che, fatte da soli non sempre ci riuscirebbero. Il leone, infatti, nella storia ha detto al colibrì “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti, ma pieni di coraggio e generosità.” Io sono d’accordo perché succede anche a me, qualche volta, di riuscire a fare meglio le cose se sono aiutato da qualcuno che mi sta vicino.
Alessandro Beggio
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L’animale più piccolo della foresta, il colibrì, inizia a spegnere un grande incendio, poi tutti i cuccioli di animale imitano il colibrì iniziando ad aiutarlo e a seguire anche gli adulti. Per me la morale della storia è: l’unione fa la forza.
Achille Colombo
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Questa favola africana racchiude una morale molto importante che nella vita bisogna essere coraggiosi e generosi sempre. Questa favola è un inno alla collaborazione reciproca, al giusto esempio da dare e alla diversità. Non bisogna essere per forza grandi e grossi per cambiare il mondo. Ognuno nel suo piccolo può dare il suo contributo e unendo le forze possiamo creare un mondo migliore che non esclude nessuno.
Nicole Consoli
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Questo racconto mostra che anche un animale piccolo può spegnere un grande fuoco basta che lo fa con il cuore. Un animale piccolo può insegnare agli altri più grandi che se vuoi lo puoi fare. Il colibrì dimostra che anche con quattro gocce d’acqua ha fatto la sua parte. Ho capito leggendo questo racconto che anche io sto facendo la mia parte restando a casa per evitare di diffondere il coronavirus.
Marta Di Girolamo
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I
l mio pensiero sulla storia del colibrì è che l’unione fa la forza. Anche noi bambini possiamo nel nostro piccolo contribuire.
Anna Faggion
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Questa favola mi insegna che anche i più piccoli possono fare cose grandi, basta essere coraggiosi e uniti. Tanti piccoli aiuti possono fare la differenza e raggiungere un grande risultato.
Leonardo Lovisolo
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La morale è che non ti devi mai arrendere neanche nelle situazioni di bisogno.
Valentina Mancuso
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La morale è che, anche se sei più piccolo degli altri, devi avere coraggio e che l’unione fa la forza. Quindi gli animali della foresta sono riusciti a spegnere il grande incendio.
Matteo Pozzoli
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Questa storia mi ha fatto capire che non si devono deridere o ostacolare gli altri, ma spalleggiarli e appoggiarli, non come il leone che all’inizio derideva il colibrì, ma che per fortuna dopo aveva capito quanto era importante aiutarsi l’uno con l’altro, solo quando ha visto tutti i cuccioli andare ad aiutare il colibrì. Questo ci fa capire che davanti ad un ostacolo così grande, come in questo caso un incendio, bisogna mettere da parte i rancori se ci sono, stare insieme e lavorare uniti. E’ molto importante e dà dei risultati.
Nicholas Procopio
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La morale è: non dobbiamo lasciare gli amici da soli.
Aurora Antonelli
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Oggi ho imparato che devo avere fiducia in me stessa e che non devo avere paura.
Allison Suarez
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Il colibrì dice: io ce la farò.
Bianca Rapezzi
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Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Cioè ognuno deve fare la sua parte perché è importante.
Lorenzo Esposito
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Io ho imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma coraggio e generosità e insieme si può spegnere un incendio
Ashly Bone
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Mario Junhui Ni
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Marika Anastasi
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GIOIA
Ho imparato che la cosa più importante non è esser grandi e forti, ma pieni di coraggio e di generosità. Il mio pensiero è che un piccolo gesto può fare una cosa grandissima per aiutare.
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MARWA
Io penso che la morale potrebbe dire di non sottovalutare chi è più piccolo o più basso di te. A volte potrebbe anche fare cose che tu potresti non saper fare.La cosa più importante non è esser grandi e forti ma pieni di coraggio e generosità.
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OBERDAN
L’insegnamento di questa favola è che non importa se siamo piccoli o grandi, l’importante è darsi da fare per cambiare in meglio le cose.
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RUSLAN
Non è importante essere grandi, ma esser pieni di coraggio, forza e generosità così puoi affrontare cose importanti.
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SARA
L a favola mi è piaciuta e mi insegna che l’unione fa la forza e così si risolvono i problemi più in fretta.
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SIMONE
La morale della favola è: non giudicare gli altri, quando c’è di mezzo la vita di tutti.
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AURORA
La storia mi insegna che non bisogna essere grandi e forti, ma bisogna essere generosi e coraggiosi, per fare grandi cose e lavorare insieme.
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AURORA
La storia mi insegna che non bisogna essere grandi e forti, ma bisogna essere generosi e coraggiosi, per fare grandi cose e lavorare insieme.
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ELISABETH
Grazie all’aiuto di tutti, anche un piccolo colibrì riesce a spegnere un grosso incendio.
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GRETA
La storia del colibrì mi ha fatto capire che anche i piccoli possono insegnare ai grandi.
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LEONARDO
Questa storia mi insegna che anche i piccoli colibrì sono utili e che collaborando si riescono a fare grandi cose.
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MORGAN
Anche se sei piccolo o grande, se fai la tua parte, insieme possiamo fare grandi cose.
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LEONARDO
Questa storia mi insegna che anche i piccoli colibrì sono utili e che collaborando si riescono a fare grandi cose.
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THOMAS
Mi ha insegnato che ognuno deve mettercela tutta per fare la sua parte. La fiducia in se stesso e la forza di volontà del colibrì sono riusciti a spegnere il fuoco insieme a tutti gli altri animali.
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FABIO
Mi piace la morale della favola perché dice una cosa importante: che nelle situazioni di pericolo e difficoltà l’unione fa la forza e ognuno di noi deve cercare di esser generoso e coraggioso.
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AMELIA
La storia del piccolo colibrì ci insegna che anche i più piccoli gesti possono portare a un cambiamento. Ognuno di noi, invece di stare immobile dovrebbe agire facendo la sua parte. Non dobbiamo arrenderci, perché forse qualcuno segue il nostro esempio. Ognuno di noi è un piccolo colibrì. Anche oggi, rispettando l’ambiente, aiutando gli altri, seguendo le regole, insieme possiamo rendere il mondo migliore.
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DIAMANTE
Da questa favola ho capito che i più piccoli possono essere d’esempio per i più grandi e l’unione fa la forza!In questa favola tutti uniti al colibrì hanno spento l’incendio.
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SVEVA
La storia del colibrì ci insegna che anche un piccolo gesto, anche se modesto, fatto con convinzione e tenacia, può cambiare in meglio le cose; non bisogna farsi scoraggiare da chi ha già deciso in partenza che non c’è nessun rimedio. Uniti, facendo ognuno una piccola azione, possiamo risolvere un grande problema. Mi viene in mente la nostra situazione attuale con il covid e se ognuno nel suo piccolo contribuisce rimanendo a casa, per evitare di aumentare il contagio, possiamo sconfiggere questo grande nemico.
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“Fuori è primavera…?”
Maestra Michela Ebbing
Strana primavera questa.
La natura là fuori sboccia rigogliosa sotto i nostri occhi e noi la guardiamo da dietro il vetro delle nostre finestre, con uno sguardo a metà tra l’impaurito e lo speranzoso.
Speranza che questo tempo sospeso e dilatato finisca presto e ci ridia la nostra vita e la nostra libertà. Ci ridia la nostra normalità fatta di incastri, corse, routine, tra lezioni da preparare, figli da andare a prendere a scuola, riunioni, oratorio al pomeriggio con bambini che corrono, giocano spensierati, senza che gli adulti temano che i piccoli si avvicinino troppo o si abbraccino. Eppure, in questo tempo nuovo che ci è dato vivere, così privo di impegni, sto scoprendo o meglio riscoprendo il piacere delle cose semplici: trascorrere le giornate con mio figlio tra partite a pallone, bolle di sapone, storie da raccontare, pizze da impastare, giochi da inventare con quello che c’è a casa, perché uscire non si può.
E poi, i miei alunni: preziosi, coraggiosi, desiderosi di normalità e di continuare ad apprendere ed esserci, nonostante tutto. Sto scoprendo la bellezza di una chat su whatsapp dove ci si augura il buongiorno al mattino, come se fossimo in classe, con una faccina sorridente.
Oppure, l’aprire la piattaforma di google classroom per correggere i compiti e trovare un commento di un tuo studente : “ ci manchi, maestra”.
Penso che quando questa lunga parentesi “Covid-19” sarà chiusa, torneremo a scuola con una consapevolezza e uno stupore nuovi : quelli di chi ha imparato il valore delle cose che contano, senza darle mai per scontate.
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…ed i genitori?
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Riflessioni e opinioni
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Quattro chiacchiere fra amici su Skype
PANDOAN amici papà della Tacoli
“Caffettino”? Ci si salutava così al mattino per scambiare due battute sulla politica locale, sulla grande Inter, sui quotidiani impegni familiari, sui compiti e scappare alla velocità della luce a lavoro. E’ cambiato tutto. La pandemia ha messo al centro le famiglie, le ha messe in casa, le ha portate a mettersi alla prova. Un bouquet di sensazioni e condizioni emotive contrastanti fra l’entusiasmo iniziale dello stare insieme, uniti nello sperimentarlo tutta la settimana tutte le ore, come una piccola vacanza ma a casa ci ricorda il piccolo. E l’altra condizione emotiva legata alla profonda preoccupazione per il lavoro, l’incertezza economica che verrà, all’incedere delle notizie drammatiche di decessi ed ammalati. La nostra società si è messa alla prova, inevitabilmente si sono enfatizzate le disparità sociali nelle possibilità anche della sola disponibilità di laptop e router. Si sono enfatizzate le disparità e difficile è diventato tenersi uniti nelle difficoltà oggettive e nella reinterpretazione della quotidianità. Impossessarsi del compito funzionale e di supporto nella didattica a distanza, reinventarsi l’organizzazione familiare della quotidianità e metabolizzare il nuovo spazio a disposizione, a volte anche inadeguato, cercando di non trasmettere ai piccoli la paura, l’ansia per la contingenza e cercare di sostenere le incombenze lavorative nello smartworking. E’ importante riporre forte attenzione verso quelle famiglie con bambini disabili o con fragilità assicurando copertura didattica. In più preoccupati ed allo stesso tempo fiduciosi nello spirito di adattamento che contraddistingue i bambini per l’interruzione sociale delle relazioni con i loro coetanei, della loro quotidianità alterata nei giochi e nei rituali giornalieri. I bambini hanno scoperto una nuova quotidianità nei momenti che prima non vivevamo, avevamo appena il tempo per salutarli la mattina accompagnandoli a scuola. Loro per fortuna lo raccontano in maniera sorprendentemente diversa: “il corona virus è cattivo ma ci ha regalato lo stare sempre assieme”. Poi il lento riavvio, i moniti a non abbassare la guardia. Mai come in questo momento emerge il grande ruolo educativo della scuola con metodi consolidati e granitici che nella prima volta della storia deve ripensarsi, deve riprogettarsi e riproporsi in prima battuta con l’adozione della didattica a distanza. La condivisione dello spazio, dell’ambiente familiare fra didattica a distanza, smartworking e vita familiare. Difficile colmare e recuperare lo stare insieme per apprendere bene con le lezioni in classe, nessuno apprende da solo. Ma come sarà il ritorno a scuola? Dovremo imparare a convivere con le regole sperimentate nel lockdown con il distanziamento sociale con maggiore consapevolezza e maturità. Educarci al rispetto reciproco nel rispetto delle regole del distanziamento. Bisognerà imparare un nuovo modo di socializzare, relazionarsi, integrarsi? Ripensare a riproporsi nel ritrovare la socialità nella migrazione dalle relazioni virtuali, dalle videochiamate e dai social.
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Consigli di sopravvivenza per genitori
Milena e Maddalena
Sono la mamma di un bambino della sezione dei gialli e questo è un breve diario di viaggio.
Un giorno abbiamo preparato le valigie e siamo partiti; tutta la famiglia sì. No, non era programmato. Ci siamo svegliati una mattina ed è stato così. Leonardo non sarebbe andato più a scuola per un po’, non sapevamo quanto. Sono passati due mesi ormai dalla partenza, dalle previsioni sulla mappa dovremmo arrivare a fine mese, e poi ritornare indietro e ricominciare forse un altro viaggio.
Leonardo pensa: “Ah! che stanchezza tutti questi cambiamenti! Dormire ogni notte in un letto diverso, cambiare rotta, ritrovarsi al contrario, mi ci vorrà un altro viaggio per riprendermi! La scuola è stata chiusa repentinamente, il parco anche; però che bello avere mamma e papà sempre con noi, in questo viaggio…è così strano”.
-“Ma non usciamo oggi, mamma?
“Certo! Andiamo a fare due tuffi nella vasca da bagno? Facciamo una corsetta nel corridoio? Dipingiamo un quadro dalla finestra? Facciamo un pic-nic sul balcone?… Scegli quale attività preferisci.”
“Mamma, ma quando passa questo coronavirus e torniamo a scuola dobbiamo andare a vedere i cavalli, ti ricordi? La maestra oggi mi ha mandato una bella storia, c’era lei che leggeva, ciao maestra Alessandra. Poi anche le altre maestre mi hanno inviato dei disegni da colorare. Poi ho riguardato i video e le foto dei miei amici, che simpatici però!”
-“Leo dimmi, da quando sei partito per questo viaggio chi ti manca dei tuoi compagni?”
-“Tutti mamma”
-“Ma nessuno in particolare?”
-“Tutti mamma.”
-“E delle maestre?”
– “Tutte mamma.”
-“Anche a me mancano, sai Leonardo, quando torneremo da questo viaggio voglio salutare proprio tutti anche io.”
-“Mamma ma si dice assemblamento? Mi sembra si dica assemblamento, sai quando mettiamo insieme i pezzi del puzzle”
– “Sai, ultimamente bisogna cambiare una lettera, si parla di assembramento, e si intende che le persone non si possono più incontrare o stare troppo tempo insieme, per questo hanno chiuso la scuola.”
-“Ma neanche abbracciarsi?”
-“Sì, anche abbracciarsi.”
-“Allora facciamo che oggi facciamo un disegno, perché la prima cosa che voglio fare quando torneremo da questo viaggio sarà abbracciare tutti gli amici e tutte le maestre.”
E la sera, quando tutti finalmente dormono, da mamma, pensi che domani sarà un altro giorno essenziale per rendere questa partenza più leggera, perché la voglia di rincontrare tutti, al nostro ritorno, è più forte della irrealtà di tutti gli eventi e di questo strambo viaggio.
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DaD: un nuovo modo di fare scuola che può generare nuove competenze…ma fino a che punto?
Monica
Mi chiamo Monica, sono la mamma di Simone e rappresentante di classe della 5b della scuola primaria Dante. Circa due mesi fa, in questi giorni, inviavo ai genitori le indicazioni per l’accesso a Classroom per poter partire con le attività di didattica a distanza. L’avvio è stato faticoso e ci sono volute settimane prima di poter garantire a tutti i ragazzi il pieno inserimento nella programmazione. Le difficoltà incontrate sono legate a differenti aspetti. Quello tecnologico, legato sia alla disponibilità di adeguati dispositivi per una connessione dedicata che alle competenze richieste ai genitori per accedere alle attività. Non meno importante, l’aspetto organizzativo: ogni famiglia, nella sua peculiare specificità, ha dovuto riorganizzare spazi fisici in casa, tempi da dedicare alle video lezioni e ai compiti, sovrapposizione con attività lavorativa e necessità, al tempo stesso, di accompagnare i propri figli, rispondendo alle richieste di aiuto, aiutandoli nell’utilizzo dei dispositivi, sostenendoli emotivamente nei momenti di sconforto. Ma credo che sia l’aspetto relazionale quello che, più di altri, sia stato messo “sotto attacco” da questa situazione di emergenza collettiva. Abbiamo dovuto imparare nuovi modi di stare insieme, a distanza. Non possiamo più incontrarci fuori dalla scuola e quindi abbiamo dovuto imparare a comunicare meglio tra di noi attraverso altri strumenti, abbiamo imparato che è importante tenere d’occhio la chat di classe e la mail per rimanere sempre aggiornati. Abbiamo imparato che, nonostante le difficoltà e i momenti di tensione, nervosismo e ansia, quello che serve di più a tutti è la collaborazione, tra di noi e con le maestre. Abbiamo imparato a mettere da parte, almeno un pochino, gli interessi e i bisogni individuali per mettere al centro loro, i ragazzi e il loro apprendimento. Ad oggi le video lezioni procedono bene. I problemi di connessione a volte sono d’intralcio e costringono le maestre a rallentare il ritmo ma l’intera classe partecipa a tutte le attività proposte. Noi genitori abbiamo fatto anche delle proposte che sono state accolte dalle nostre maestre, ad esempio poter condividere una programmazione settimanale delle video lezioni e poi ancora poter avere evidenza di un riepilogo dei compiti assegnati su classroom monitorare meglio il lavoro dei ragazzi a casa. Come rappresentante di classe, ho creato una chat di gruppo con le maestre per gestire in maniera più immediata le comunicazioni e le segnalazioni e devo dire che soprattutto nel primo periodo ci ha aiutato molto a tenerci reciprocamente aggiornate. Quindi tutto bene? Mancano poche settimane alla fine dell’anno scolastico e inevitabilmente il pensiero corre a settembre…quale bilancio di questa esperienza? Cosa vogliamo migliorare?
Personalmente ritengo che una didattica di questo tipo, pur con le migliori intenzioni e il massimo impegno da parte di genitori, insegnanti e ragazzi, sia comunque fortemente riduttiva e si porti dietro più di una lacuna. Sul piano relazionale manca il rapporto diretto tra la maestra e i ragazzi così come manca quello tra i ragazzi. Sul piano più fisico e concreto manca la possibilità di “fare cose insieme”. La dimensione del corpo, delle mani che lavorano insieme e realizzano un lavoro, attività semplici come preparare i materiali, rimettere in ordine la classe, distribuire i quaderni ai compagni, guardare un video insieme, ridere di una battuta, scambiarsi sguardi, aiutare un amico in difficoltà, tutto questo manca e manca davvero tanto e sono convinta della necessità di fare uno sforzo di pensiero per immaginare soluzioni creative per il prossimo anno. Soluzioni che, per esempio, possano contemplare l’utilizzo di spazi all’aperto per garantire la distanza ma che allo stesso tempo permettano di reintegrare, almeno in parte, la dimensione relazionale, sociale e corporea dello stare a scuola insieme….incrociamo le dita quindi e un grande, grandissimo in bocca al lupo a tutti!
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COVID: come ti cambia la vita
Alessandra Cattaneo
La rapida diffusione della pandemia da SARS-CoV-2 in tutto il mondo, ha causato il distanziamento sociale, la chiusura di scuole e università, la cancellazione delle gite, al fine di evitare gli assembramenti e il conseguente potenziale espandersi del virus. Di fronte ad una situazione completamente nuova, che ha modificato la vita di tutti, la scuola si è ritrovata a dover necessariamente modificare le proprie pratiche didattiche. Ogni scuola ha risposto in modo diverso e con tempistiche differenti, ciò è dipeso probabilmente da una mancanza di linee guida nazionali. Così noi genitori ci siamo ritrovati dalla mattina alla sera a scoprire il significato dell’acronimo DaD, che fino a gennaio era la parola inglese per papà, invece ora è Didattica a Distanza. In teoria una cosa semplice. Ma cosa ci vuole? Ho già fatto le elementari, ho una Laurea, che ci sarà di difficile nello spiegare le equivalenze ed il neolitico?
Poi arrivano i compiti. A Figlio2 arrivano in stile valanga, a Figlio1 tipo lento stillicidio. Dopo 48 ore circa dall’inizio delle notifiche, ci sono tutti i compiti ed accendo il computer per iniziare una specie di rituale, della durata media di 50 minuti: stampa, copia, incolla, ristampa, screenshot, taglia, imbusta in ordine, crea un elenco, dividi tra Figlio1 e Figlio2.
Da martedì si iniziano a fare i compiti con Classroom, caricandoli su Classroom, guardando Classroom, Classroom Figlio1, Classroom Figlio2: è un miracolo che non abbia ancora invertito i compiti al momento della consegna. Intanto, durante l’esecuzione degli stessi, Figlio1 si lamenta di Figlio2 che declama la tabellina del nove come se fosse un dittatore al balcone.
Figlio2 si lamenta che Figlio1, che ha già finito i compiti, passi fuori dalla sua camera, mentre colora il lavoretto. E qui mi sento di fare una breve divagazione sui lavoretti: aquiloni, megafoni, foglie, sassi, pulcini, cestini , origami, orologi e…insomma la mia casa è il set del programma televisivo di quando ero bambina, Art Attack. Dopo aver fotografato l’opera d’arte, la inoltro su Classroom e, sollevata, la butto. Il giorno della lezione la maestra dice “Figlio2 fammi vedere il tuo lavoretto”. Madre degenere, ho cestinato l’opera d’arte, sguardo smarrito, suggerisco: “Dí alla maestra che l’ha mangiato il gatto”. “Mamma non abbiamo il gatto”. Questo è un particolare irrilevante amore mio, la foto su Classroom c’è, fa fede quella. Oppure no? Ma se io sclero ad insegnare a 2 bambini, come fanno quelle sante delle Maestre con 21?
La lezione online è un delirio di “maeeeestraaaaa”. A me pare che le “e” della parola maestra siano sempre troppe. Per fortuna che la Didattica è a Distanza nel vero senso del termine, sennò io qualche bambino, oltre ai miei 2, lo avrei strozzato, perché la pazienza non è il mio forte. E tra compiti e lezioni online c’è il lavoro. Nel mio caso il migliore del mondo. Sono un’infermiera. In questo periodo, sulla bocca di molti che fino a ieri mi chiamavano svuotapadelle, c’è la parola “eroe”. Ecco, vi strozzo come i bambini di poche righe sopra, perché fare il proprio lavoro e farlo bene è il minimo, nulla di più. Io faccio i turni e sono a casa quando faccio le notti, a volte la mattina, a volte il pomeriggio, abbastanza spesso da gestire i nani. Son restata a casa pure ammalata di Covid19, la scuola evidentemente non era l’unica a non essere pronta con le linee guida. Ho fatto più fatica a casa, a fare la maestra, che in 9 ore in corsia. Mi è stato detto che la mia matematica è vecchia. I miei 30 anni di inglese sono sorpassati. Le mie regole del mp – mb non sono aggiornate. Questa DaD è perfetta in teoria. In pratica risulta un tantinello faticosa. Perché io non ho il metodo e perché i bambini online dopo un po’ si annoiano. Perché le Maestre non sono sostituibili e la loro presenza è importante. Perché la Maestra è la Maestra.
Mentre io sarò sempre e solo la Mamma.
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Tutto è cambiato
Claudia Paleari
Sono una mamma di un bambino di terza.
Mi sono chiesta più e più volte che cosa sia cambiato dall’inizio di questa chiusura forzata. Tutto. E’ cambiato tutto, ed è cambiato, forse in modo irreversibile, il nostro modo di vedere il mondo. Per i bambini, lo stravolgimento è stato ancora più profondo.
I bambini, vivono e respirano la socialità, l’essere parte di un gruppo, si nutrono delle chiacchiere con gli amici e dei giochi fatti durante “la pausa lunga”.
Loro, si crogiolano nella coccola, per altro fondamentale, della maestra, aspettano un suo complimento, e talvolta si dispiacciono, per un suo rimprovero. Ai bambini è stato tolto tutto. Improvvisamente. Gli è stato tolto, strappato dal cuore, lo sguardo della maestra, che in 2 secondi, capisce che metà classe “si sta perdendo”, gli è stato tolto il gioco di gruppo, il laboratorio, che li spinge ad avventurarsi nel mare magnum della loro curiosità e fantasia. Noi adulti, probabilmente non ce ne siamo resi conto subito, ma questa segregazione, li ha colpiti nel profondo. Sono piccoli, hanno dovuto subire quello che un adulto, per la loro salute, ha deciso per loro. Gli è mancato un pezzetto di vita, perché tramite il computer, e le lezioni on line, non si riesce ad avere il calore, che una classe con la sua maestra, ti può dare.
Noi genitori, abbiamo cercato di dare il massimo, pur essendo stati travolti anche noi, da questa situazione surreale.
Qualcosa spero rimarrà a noi ed ai nostri piccoli: non mollare mail, non abbattersi, rimettersi in gioco, perché la vita, quella vera, loro la devono ancora costruire.
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Non vedo l’ora di tornare a scuola
Valeria Foglia
Care bambine e bambini, anzi
Care ragazze e ragazzi, anche se è strano quest’anno si concluderà diversamente. Non ci sarà l’emozione del suono dell’ultima campanella, la festa di fine anno con gli abbracci, i gavettoni, il gelato e tutto quello che vi ha divertito negli ultimi anni. Mi auguro di festeggiare tutti insieme appena sarà possibile. Perché ve lo meritate. Tutti lo meritiamo. Sono certa che anche voi non vedevate l’ora di tornare in classe perché “INSIEME” è un posto bellissimo. E vi siete accontentati di collegarvi mezz’ora prima delle lezioni on line pur di parlarvi, vedervi e scambiare due chiacchere. Non è come prestare la penna al compagno che l’ha nuovamente dimenticata, aspettare l’intervallo per vedere cosa scambiare di merenda, o semplicemente riprendere il gioco interrotto il giorno prima.
Siate forti e pazienti come avete meravigliosamente dimostrato di essere fin d’ora. Verranno giornate migliori e sorrisi migliori. Godetevi l’estate, le ore lente e spensierate. I pomeriggi caldi a giocare, leggere ed annoiarvi. Quando arriverà settembre e vi troverete alla scuola media ricordatevi sempre che ognuno di voi è speciale. Mi auguro che possiate incrociare gli sguardi dei vostri amici, ridere e scherzare. E se avete paura di andare a scuola perché non lo fate da tanti mesi ricordatevi questo:
“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno”.
Vi faccio però anche un in bocca a lupo speciale: mi auguro che possiate incontrare un professore speciale perché voi non siete un secchio da riempire ma un fuoco d’accendere. Una persona che possa raccontare e spiegare ma soprattutto ispirare. Io ricordo ancora i miei professori, alcuni buffi, altri severi, e poi quelli che avrei ascoltato per ore e ore.
Un grande abbraccio (virtualmente si può 🙂 )
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Consigli di sopravvivenza per genitori
Milena e Maddalena
Siamo Milena e Maddalena, due mamme scoppiate come tante altre… forse un po’ di più!!!
Per iniziare vorremmo condividere un estratto di una lettera scritta da alcuni pediatri italiani apparsa su La Repubblica di Napoli il 27 aprile, che ci ha fatto discutere e confrontarci, perché siamo convinte che nella situazione che stiamo affrontando, tutti si stia vivendo un disagio, manifesto o latente che sia.
Ecco lo stralcio:
“Si stanno accumulando prove scientifiche sull’impatto drammatico della chiusura prolungata della scuola che mettono molto in dubbio l’efficacia concreta di queste misure quando ne vengono valutati anche gli effetti collaterali, come l’impossibilità da parte dei genitori a lavorare, per prendersi cura dei figli. Ci si chiede se le differenze esistenti nelle politiche si basino sui dati (come l’epidemiologia locale del Covid -19, le conoscenze sulla trasmissione del virus) o piuttosto sul diverso valore che viene dato nei diversi Paesi alle politiche a sostegno delle famiglie e più in generale ai diritti dei bambini e delle mamme/donne. I governi stanno prendendo in considerazione in modo appropriato tutti i possibili effetti negativi della chiusura delle scuole e dei servizi educativi? Stanno pianificando di misurare questi effetti? Con indicatori su gap educativo e salute mentale e fisica (in particolare per bambini già affetti da disabilità e malattie croniche), su nutrizione, maltrattamento fisico ed emotivo, nonché sull’impatto sociale ed economico sulle famiglie?”
(https://napoli.repubblica.it/cronaca/2020/04/27/news/coronavirus_lettera_aperta_dei_pediatri_tutelare_i_diritti_dei_bambini_-255008378/)
Non siamo convinte che questa esperienza ci migliorerà… forse raccoglieremo i frutti più in là nel tempo e bisognerà fare le giuste considerazioni guardando da un po’ più lontano.
A volte l’unico modo per far passare momenti di arrabbiatura e delusione è sorriderci sopra, allora permetteteci un po’ di ironia!
Di seguito capirete come abbiamo fatto ad affrontare la pandemia fino a ora.
Consigli di sopravvivenza per genitori im-PERFETTI:
- Non buttare mai più via il tuo vecchio pc o smartphone…in tempi di Coronavirus potrebbe salvare il tuo lavoro ed essere riciclato per le videolezioni!
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Oltre a cucinare, lavare, lavorare, giocare (come al solito) ricordati ora anche di controllare i compiti … magari non troppo da vicino, ma neanche troppo da lontano!
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In caso di necessità puoi appendere una campanella in casa per scandire i tempi e farti dare la password del registro elettronico per mettere una nota a tuo figlio o tua figlia…. oh no! non sono una maestra!!!!!
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a tal proposito, ripetersi come un mantra: non sono una o un insegnante, non sono una o un insegnante, non sono una o un insegnante… per almeno 10 minuti al giorno!
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mi raccomando: organizza gli spazi! per tutte le necessità, per tutti gli eventi e per tutti i software: scuola per videolezioni su Meet, ufficio per il tuo lavoro con Skype, palestra per lezione di yoga su Zoom, mensa (forse qui si può non collegarsi a nulla), angolo creativo con video di youtube… Vale anche il balcone, quando proprio non ce la fai più e vorresti evadere ma non hai un congiunto da andare a trovare!!!
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e attenzione alla connessione, alla webcam… le giornate hanno 24 h per questo, non vorrai davvero riposarti!?
Ah, dimenticavamo, non preoccuparti… in questi mesi hanno certamente pianificato la riapertura della scuola a settembre…
Un caro saluto da Maddalena e Milena, mamme della scuola Dante.
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Lettera aperta
Claudia Paleari
Mi chiamo Elisabetta Vallania,
ho una figlia che frequenta la classe terza B nella scuola primaria Don Milani Monza
e devo dire che in questo periodo di Pandemia la scuola e le Maestre sono partite con una “scuola a distanza”che si e’ attivata un po per gradi e all’apparenza piu’ lenta rispetto ad altre realta’ scolastiche…..
i disagi per noi mamme e papa’ a gestire da casa il tutto cosi’ all’improvviso senza strumenti di supporto e’ stato come ritrovarsi con una montagna da scalare senza averne i mezzi ; pero’,passo dopo passo e soprattutto esperimento dopo esperimento, il corpo docente coadiuvato dalle magnifiche rappresentanti di classe, ha attivato un filo di unione tra scuola e bambino che li ha resi indipendenti nello studio nella gestione e nell’organizzazione dei compiti e soprattutto nell’uso corretto dei mezzi informatici.
Direi nel caos del momento un grande successo 🤩
Per cui ora come ora posso solo complimentarmi con tutti per collaborazione e supporto in qualsiasi orario e giorno
Grazie !!!!!!!!
spero che tutto questo che abbiamo sperimentato e perfezionato non vada perso
Sarebbe bello mantenere comunque attivo questo strumento informatico utile in caso di assenza o per registrare i compiti fatti o per periodi di malattia o altro
grazie di 🧡 a tutti
una mamma soddisfatta della nostra scuola statale
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Chi Siamo
Don Milani NEWS
Quindicinale a cura dell’I.C. Don Lorenzo Milani – Monza
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Maestra Rosanna Pannia (plesso Don Milani, Dante e Tacoli)
Maestra Paola Biasolo (Plesso Giotto e Mirò)
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